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INIZIA IL NEGOZIATO PER LA NUOVA LEGISLAZIONE SEMENTIERA

Dopo la pubblicazione della bozza del nuovo regolamento sulla legislazione sementiera, partono i negoziati sui contenuti del documento. Qui un aggiornamento di Riccardo Bocci di Rete Semi Rurali direttamente dalle pagine di Sementi News. 

 

Il 5 luglio 2023 la Commissione europea ha pubblicato la bozza di nuovo regolamento sulla legislazione sementiera. 

Dopo un percorso cominciato nel 2019 fatto di interviste, questionari, incontri con tutti gli attori del settore, la Commissione ha finalmente messo nero su bianco gli elementi che dovrebbero definire come commercializzare le sementi in Europa. In parte si tratta di un dèjà vu, perché già dieci anni fa la Commissione aveva provato a modificare le dodici direttive settoriali che definiscono come registrare e certificare le sementi. Quella proposta, bocciata dal Parlamento europeo, conteneva la grande novità di commercializzare le popolazioni, proposta che poi ha trovato un iter legislativo proprio attraverso una sperimentazione temporanea e, infine, il nuovo regolamento sul biologico che ha sancito la nascita del Materiale Eterogeneo Biologico. 

Inoltre, rispetto alla bocciatura del 2014, oggi la Commissione vuole anche fare il punto sulle prime deroghe al sistema della registrazione, legate alle varietà da conservazione, la cui normativa esecutiva è entrata in vigore nel 2008 e avrebbe dovuto essere rivalutata negli anni successivi per capirne impatto ed efficacia. Insomma, questo processo è essenziale per recepire nella legislazione sementiera alcune delle novità emerse in questi anni, ma anche per armonizzare at- traverso un regolamento orizzontale una materia in cui si sono aggiunte negli anni direttive settoriali con livelli di implementazione diversi negli stati membri. 

Vediamo quali sono le principali novità. 

Intanto il regolamento si applica a tutte le specie, inclusa vite, patata e fruttiferi e prevede l’obbligatorietà dei test del Valore Agricolo e di Uso (VCU in inglese) per tutte le specie, mentre fino ad oggi era limitato alle specie agrarie. In più questo VCU diventa Sostenibile, cioè la Commissione aggiunge questo aggettivo alle prove varietali, non spiegando, però, come si dovrà te- stare questa presunta sostenibilità delle varietà. 

Sul versante delle deroghe, il testo semplifica quanto previsto per le varietà da conservazione, togliendo limiti e restrizioni quantitative e includendo in questa categoria anche le nuove varietà selezionate per ambienti particolari (art. 4 e 27). Inoltre, allarga il concetto di Materiale Eterogeneo Biologico (art. 27), consentendo l’uso anche in convenzionale e, per la prima volta, dedica un articolo allo scambio tra agricoltori, legalizzandolo entro certi paletti (art. 30). 

Il mondo delle amatoriali trova spazio nell’art. 28 che consente la vendita di varietà non registrate se dedicata agli utilizzatori finali non professionali e con etichette specifiche per informare i clienti. 

C’è abbastanza carne sul fuoco per immaginare un negoziato complesso e con posizioni articolate da parte dei diversi attori. Il relatore del Parlamento europeo ha in mente di avere una prima discussione prima delle elezioni di giugno 2024, per poi iniziare il negoziato del Trilogo con Consiglio e Commissione e riportare il te- sto finale in aula per l’approvazione nel corso del 2025. 

Sarà necessario lavorare a livello nazionale ed europeo per migliorare i punti ancora poco chiari della proposta (ad esempio definire meglio la differenza tra varietà da conservazione e materiale eterogeneo), con l’obiettivo di raggiungere un compromesso che possa soddisfare tutti gli attori in gioco. Il rischio peggiore sarebbe non riuscire neanche questa volta ad approvare il regola- mento e mantenere per altri dieci anni almeno la normativa esistente, ormai non più adatta alle nuove sfide dell’agricoltura europea, prima fra tutte quella imposta dai cambiamenti climatici in corso. 

L'importanza di essere certificati

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